Il russamento è sempre stato oggetto di ilarità e scherno, oltre che fonte di disturbo per il partner e origine di conflitti familiari. Il tipico rumore viene prodotto durante il sonno dalla vibrazione di organi e strutture attraversate dall’aria durante la respirazione: il palato molle e l’ugola, la parete posteriore della gola, le tonsille, la lingua, l’epiglottide. L’intensità del rumore prodotto può essere molto alta e la sua frequenza tanto bassa da non poter più essere filtrata dalle pareti dell’abitazione che, anzi, entrano in vibrazione contribuendo al propagarsi del rumore nelle stanze e negli appartamenti vicini.

Solo recentemente si è compreso che questa particolare forma di emissione sonora può provocare serie conseguenze per la salute di chi ne soffre e costituisce il segnale d’allarme di due malattie importanti: la roncopatia cronica e la sindrome da apnea del sonno (SAS o sleep apnea syndrome). Secondo alcuni studi, il fenomeno del russamento sarebbe così diffuso che quasi il 45% della popolazione russerebbe in modo discontinuo, mentre il 25% lo farebbe abitualmente. La sindrome da apnea del sonno colpirebbe tra l’1% ed il 10% della popolazione adulta (si calcola che negli U.S.A. almeno il 4% dei maschi di mezza età ed il 2% delle donne ne siano affetti).

Nella roncopatia cronica i pazienti russano in modo discontinuo, a volte con forte rumorosità e, progressivamente, tendono a presentare sintomi che indicano un sonno disturbato e una ridotta ossigenazione dell’organismo: risveglio difficile, affaticamento mattutino, talvolta cefalea.

Gradualmente viene ad instaurarsi una vera sindrome da apnea del sonno (SAS), che è responsabile di una netta riduzione dell’ossigenazione dell’organismo durante il riposo. Le continue fasi di riduzione di ossigenazione e di aumento dell’anidride carbonica nel sangue stimolano il cervello e svegliano molte volte il paziente, il cui sonno è caratterizzato da agitazione, continui cambiamenti di posizione, frequenti risvegli, forte e violento russamento interrotto da fasi di silenzio (apnee), seguite da rantoli e boccheggiamenti. Al mattino, chi ne soffre, si sveglia affaticato, spesso afflitto da mal di testa e durante la giornata manifesta marcata stanchezza, tende ad addormentarsi facilmente durante le normali occupazioni, alla guida dell’auto, sul lavoro o guardando la TV. Possono anche manifestarsi perdita di energia, difficoltà di concentrazione, irritabilità, perdita di memoria, cambiamenti di umore e di comportamento, ansia o depressione, obesità, diminuzione degli impulsi sessuali. Non tutti coloro che soffrono di sindrome da apnea del sonno manifestano questi sintomi e non tutti quelli che hanno questi sintomi soffrono di sindrome da apnea del sonno; è comunque importante consultare il proprio medico curante se ci si accorge della presenza di alcuni di questi disturbi, in quanto una diagnosi precoce ed appropriata della SAS è il primo passo verso la sua cura.

Respirando, riforniamo di ossigeno il nostro organismo. E’ importante ricordare che l’aria deve entrare attraverso il naso, che rappresenta l’unica via fisiologica: la bocca è solo una via di emergenza. Attraverso le fosse nasali, l’aria che respiriamo giunge in faringe e di qui, attraverso laringe, trachea e bronchi, arriva ai polmoni, dove avviene lo scambio tra l’ossigeno e l’anidride carbonica prodotta dall’organismo. Qualsiasi ostacolo incontri la corrente nel tragitto tra il naso ed i polmoni produrrà irregolarità di flusso e turbolenze, responsabili della vibrazione delle strutture anatomiche e del conseguente russamento.

Il naso può essere ostruito da una deviazione del setto nasale (ossea, cartilaginea o mista), da un aumento patologico (per una rinite vasomotoria o allergica) del volume dei turbinati (ossicini delle fosse nasali rivestiti da una mucosa in grado di modificare il proprio volume), dalla presenza di polipi. In tutti questi casi le resistenze nasali aumentano, e la respirazione orale tende a sostituire gradualmente quella nasale. L’aria che attraversa le fosse nasali subisce una forza di aspirazione importante, causa di turbolenze che mettono in vibrazione il palato molle e l’ugola, producendo il caratteristico rumore. Altri restringimenti anatomici responsabili di riduzioni del flusso aereo possono localizzarsi a livello della gola (ipertrofia delle tonsille palatine), del passaggio tra naso e gola (sfiancamento del palato molle e dell’ugola per infiammazioni o per eccessiva vibrazione), della parete posteriore della faringe (ispessimento della parete mucosa per deposito di grasso come in casi di obesità) e della tonsilla linguale (ingrossata soprattutto nei fumatori). Nel paziente incosciente (addormentato) la lingua tende inoltre, nella posizione supina, a scivolare all’indietro spingendo l’epiglottide a ridurre o chiudere l’apertura della laringe con rischio di asfissia. Questi fenomeni diventano ancora più marcati in caso di macro-glossia (lingua troppo grossa) o di micro-retro-guatia (mento piccolo e spostato all’indietro).

Oltre alle condizioni anatomiche, fattori ereditari, eccesso di peso, età e sesso (la roncopatia è più frequente nei maschi sopra i 40/50 anni anche se con l’aumentare dell’età aumenta la percentuale di donne affette), l’abuso di alcool e tabacco, l’uso di sedativi e sonniferi, l’affaticamento, lo stress e le alterazioni ormonali (soprattutto l’ipotiroidismo) contribuiscono a determinare l’insorgenza della roncopatia cronica e della SAS.

I progressivi peggioramenti dell’evoluzione dalla roncopatia cronica alla sindrome da apnea del sonno passano il più delle volte inosservati e vengono sfortunatamente notati in genere dopo la comparsa di complicanze, a volte molto gravi. E’ quindi importante non sottostimare un problema in apparenza innocuo, che deve invece essere trattato precocemente per evitare il rischio di subire seri danni.

Lo studio del sonno ha permesso di dimostrare i legami esistenti tra la SAS e alcune complicanze cardiache, cerebrali e polmonari. Nei periodi di apnea (arresti respiratori di durata maggiore di 10″ che possono ripetersi fino a 300 volte per notte) si verifica una riduzione dell’ossigenazione del sangue tanto più marcata quanto più lunga è l’apnea. Questa desaturazione del sangue è l’evento dal quale possono svilupparsi le diverse complicanze:

  • Complicanze cardiocircolatorie: aumento della pressione arteriosa e della frequenza cardiaca, talvolta alterazioni del ritmo cardiaco fino all’arresto.
  • Complicanze cerebrali: nei pazienti affetti da SAS si instaura una insufficienza cronica della ossigenazione cerebrale, responsabile di una sofferenza delle cellule nervose che può spiegare molti sintomi neurologici presenti nella SAS e già descritti precedentemente.
  • Problemi ormonali e turbe sessuali: in pazienti affetti da SAS si è osservata una riduzione degli ormoni tiroidei e dell’ormone della crescita. Studi clinici dimostrano che la SAS si associa frequentemente a problemi di erezione e di eiaculazione precoce (48 casi su 100).
  • Complicanze bronco-polmonari: una respirazione prevalentemente orale impedisce un corretto “filtro nasale” (l’aria inspirata non viene riscaldata, umidificata e filtrata dal naso) e questo fatto costituisce un elemento irritativo non importante per le vie aeree inferiori.

(Cit. http://www.orl.it/archivio%20old/gola_lar/ronflement.htm )